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Attualità martedì 10 gennaio 2017 ore 18:00

Il Comune punta sul rilancio delle aree produttive

L’amministrazione riduce gli oneri di urbanizzazione e i costi per il recupero e cambio destinazione degli edifici esistenti nelle aree industriali



PONTASSIEVE — Il Consiglio Comunale ha approvato nell’ultima seduta del 2016 alcune novità, finalizzate a sostenere le attività produttive e a favorire la riconversione di spazi sottoutilizzati anche attraverso la modifica delle destinazioni d’uso.

L’Amministrazione, infatti, ha deciso di ridurre del 50% circa l’importo degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione per interventi di riqualificazione in ambito produttivo o per cambio della destinazione d’uso degli edifici artigianali esistenti nelle aree produttive di Viale Hanoj e via Lisbona a Pontassieve, di via Bellini e piazza Aldo Moro a Sieci.

Questa azione si aggiunge a quanto intrapreso nel 2012 quando, con una variante al Regolamento Urbanistico denominata “terziarizzazione”, l’Amministrazione aveva dato la possibilità di avviare, in aree prevalentemente produttive, attività nel settore terziario, quali commercio di vicinato, bar, uffici, palestre, ecc.

“Una scelta ponderata e non casuale – spiega il Sindaco di Pontassieve Monica Marini – adatta ad un tessuto economico e sociale in pieno cambiamento. Come emerso nel rapporto socio economico presentato lo scorso anno, Pontassieve sta rafforzando il ruolo di “polo” terziario dell’area, con percentuali di crescita ragguardevoli nel settore. L’intenzione è quella di agevolare l’ingresso di nuove realtà produttive che sono alla ricerca di spazi adeguati ma che oggi potrebbero essere frenate dai costi iniziali.”

Questa decisione, infatti, nasce da una riflessione che tiene conto delle analisi condotte in questi anni dall’Amministrazione (come il recente osservatorio socio-economico della Valdisieve) che hanno messo in luce come il settore del terziario sia un settore con importanti margini di sviluppo, che può trovare “sbocco” laddove le aree erano destinate solo al settore manifatturiero/produttivo.

“Inoltre – continua il Sindaco – ci auguriamo che la riduzione degli oneri e dei costi per il cambio di destinazione possa incentivare il riutilizzo di volumi attualmente in disuso, coerentemente con la volontà di permettere la costruzione di nuovi edifici solo quando strettamente necessario. Il che è in linea con la volontà di agevolare la riqualificazione e la ristrutturazione dell’esistente.”

Le riduzioni effettuate riguardano le tariffe relative agli oneri di urbanizzazione e al costo di costruzione da corrispondere al Comune per il recupero edilizio sia ai fini artigianali, sia ai fini commerciali/direzionali. La tariffa per gli oneri di urbanizzazione passa da 13,73 €/mc a 8,07 €/mc per le attività artigianali e da 10,86€/mc a 6,39 €/mc per le attività commerciali/direzionali. I contributi relativi ai costi di costruzione vengono di fatto dimezzati passando da 31,85 €/mq a €/mq 15,92, per le attività commerciali e da 63,72 €/mq a 31,86€/mq per le attività direzionali.

Oltre alle destinazioni esistenti, relative al settore secondario, si conferma la possibilità di aprire attività di esercizi commerciali all’ingrosso; commercio al dettaglio; pubblici esercizi di vendita e consumo di alimenti e bevande (bar, ristoranti, ecc), attività direzionali come uffici e studi privati e pubblici, ma anche teatri, cinema, locali di spettacolo, impianti coperti per la pratica sportiva. A tutto questo si aggiunge la possibilità di strutture sanitarie e assistenziali limitatamente a cliniche e ambulatori veterinari.

Fra le possibili utilizzazioni è inclusa quella di commercio di vicinato (superficie di vendita fino a 300 mq), particolarmente appetibile per zone fortemente connesse al tessuto urbano e per le quali la norma previgente ammetteva attività commerciali solo vincolate e complementari al settore manifatturiero. La nuova norma permette quindi, oltre che l’apertura di nuove attività commerciali anche il superamento per quelle esistenti del vincolo con l’attività manifatturiera.


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