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Cronaca lunedì 06 marzo 2017 ore 11:01

Consip, Romeo fa scena muta davanti ai pm

Alfredo Romeo - foto Fb

L'imprenditore è in carcere per corruzione. I suoi legali: "Non conosce Tiziano Renzi, è stato fregato". La cena a Rignano del generale Saltalamacchia



ROMA — Si è concluso in tempi molto rapidi l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli di Alfredo Romeo, l'imprenditore napoletano arrestato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta su un appalto da due miliardi e 700 milioni di euro della Consip, la centrale acquisti del Ministero dell'economia. Romeo è accusato di aver corrotto un dirigente della Consip, Marco Gasparri versandogli centomila euro.

I difensori di Romeo hanno consegnato una memoria al giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo e Romeo si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'udienza si è poi conclusa.

"L'immagine di Romeo come grande corruttore non è corretta - ha poi dichiarato dopo l'udienza uno dei legali di Romeo, Giovanni Battista Vignola - Altro che corruttore, è stato fregato. La contestazione per cui Romeo è in carcere è marginale: parliamo di 5.000 euro ogni due mesi per consulenze private sul perfezionamento dei calcoli per presentare delle offerte".

L'avvocato Vignola ha poi aggiunto di aver depositato un esposto inviato da Alfredo Romeo alla magistratura nell'aprile 2016 dove l'imprenditore napoletano denunciava "raggruppamenti illeciti di grosse imprese per aggiudicarsi gli appalti" e soprattutto documentava come ha vinto e si è aggiudicato lui gli appalti: "solo ed esclusivamente applicando il prezzo più basso".  Sempre stando all'esposto di Romeo citato dall'avvocato Vignola, "altri gruppi invece avrebbero vinto o per essersi raggruppati illegittimamente o per aver conseguito punteggi molto alti sulla bontà del progetto, cioè su valutazioni discrezionali". Romeo avrebbe scritto chiaramente nell'esposto a quali gruppi faceva riferimento: "Coop rosse, manutencoop e Cofely - ha precisato l'avvocato Vignola - E su questo si possono fare indagini di maggiore spessore rispetto a questa attuale". Romeo averebbe inoltrato l'esposto anche all'Anac.

Poco prima, entrando nel carcere, i difensori di Romeo avevano invece dichiarato ai giornalisti: "Il nostro assistito afferma di non aver mai dato soldi a nessuno e di non aver mai incontrato Tiziano Renzi o gente legata all'entourage dell'ex presidente del Consiglio".

Nell'inchiesta Consip sono infatti  indagati anche Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, e il suo amico imprenditore Carlo Russo. L'accusa a loro carico è traffico di influenze illecite nell'ambito degli appalti Consip. La procura romana sta indagando anche su alcune fughe di notizie relative all'inchiesta. Dal dicembre scorso è noto che sono indagati per rivelazione di segreto d'ufficio il ministro dello sport Luca Lotti e i generali dell'Arma dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia e Tullio del Sette. Fra le ultime rivelazioni emerse sulla stampa, una cena a casa di Tiziano Renzi risalente all'ottobre scorso durante la quale il comandante Saltamalacchia avrebbe avvisato il padre dell'ex premier di non parlare con Carlo Russo.

Alla cena era presente anche il sindaco di Rignano sull'Arno Daniele Lorenzini che venerdì scorso è stato sentito dai titolari dell'inchiesta come persona informata dei fatti. Il 7 dicembre scorso invece fu uno degli assessori della giunta Lorenzini, Roberto Bargilli, amico di vecchia data di Tiziano Renzi, a telefonare a Russo per chiedergli di non contattare nè inviare più messaggi "a babbo".

Fra i testimoni chiave dell'inchiesta c'è l'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, ex assessore alla salute della Regione Toscana: è stato lui a raccontare agli inquirenti di aver subìto pressioni da Da Carlo Russo e da Tiziano Renzi per alcuni appalti della Consip.

Nell'inchiesta è finito anche Filippo Vannoni, altro renziano di ferro oggi presidente di Publiacqua, la società che gestisce i servizi idrici a Firenze. Marroni ha raccontato di essere stato messo al corrente di un'indagine sugli appalti Consip proprio da Vannoni e dal generale Saltalamacchia. Pochi giorni dopo Vannoni, convocato dai pm come persona informata dei fatti, avrebbe confermato le dichiarazioni di Marroni rivelando che anche il ministro Lotti era al corrente delle indagini.

Tiziano Renzi è segretario del Pd di Rignano e per questa sera ha convocato una nuova assemblea del circolo per aggiornamenti. Ieri mattina ha però annunciato agli iscritti via whatsapp che lui non sarà presente per evitare nuovi "assalti mediatici", affidando al vicesegretario il compito di gestire la riunione. Al giornalista del Corriere della Sera che ieri gli ha chiesto se abbia intenzione di dimettersi dalla guida del circolo Renzi senior ha risposto: "Non vedo perchè, il partito è garantista". Sempre al Corriere Tiziano Renzi avrebbe svelato chi era il personaggio da lui incontrato all'aeroporto di Fiumicino nei mesi scorsi e citato nei verbali dell'inchiesta Consip: "E' un imprenditore, si chiama Comparetto. E' il terzo gestore postale del paese. Io mi occupo anche di spedizioni porta a porta. E' stato un incontro di lavoro".


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