Attualità

Boom di adesioni per salvare Berceto

Già raccolte 20.000 firme per recuperare la “Casa della memoria” teatro della strage nazista del 1944. La petizione promossa da “Rufina che verrà”

La Casa della memoria di Berceto nel territorio di Rufina

Che l’interesse per Berceto fosse forte si era visto subito: nell’arco di una settimana la petizione popolare aveva già raccolto più di 1300 adesioni. Ora – a neanche due mesi dall’avvio dell’iniziativa online - si è toccato il traguardo delle 20.000 sottoscrizioni. Un vero boom di consensi per la raccolta di firme organizzata a febbraio dall’associazione “Rufina che verrà”.

In tanti hanno cliccato in questi giorni sulla piattaforma Change.org (il link è http://change.org/SalviamoBerceto) per chiedere alle istituzioni locali e non, di intervenire per salvare la “Casa della memoria”, quell’edificio nelle campagne della Valdisieve che racconta – e potrà continuare a raccontare se resta solidamente in piedi – la tragicità di quanto avvenuto il 17 aprile 1944. Lì, a Berceto, furono trucidati dalla furia nazifascista 11 persone: nove civili, tra cui due bimbi piccoli, e due partigiani. Erano Anna Vangelisti (due anni e otto mesi), Iole Vangelisti (nove anni), Angiolina Vangelisti (22 anni), Bruna Vangelisti (23), Giulia Alinari nei Vangelisti (46 anni), Alessandro Ebicci (78), Isola Geri negli Ebicci (49) Fabio Soldeti (82), Iolanda Soldeti (19) e i partigiani: il diciannovenne Mauro Chiti e Guglielmo Tesi di ventuno anni.

A tutta la comunità, ma soprattutto a loro, si deve la sopravvivenza del ricordo di quei terribili fatti e che solo l’intervento di recupero dell’edificio – oggi in condizioni di degrado – può garantire. Non è possibile lasciare che l’abbandono porti la Casa della Memoria alla distruzione, un luogo che il Ministero dei beni culturali nel 2016 aveva dichiarato di "interesse particolarmente importante per il suo riferimento alla storia politica, militare e sociale”, atto che vincolava la struttura e l’area circostante.

“Rufina che verrà” e i ventimila che hanno sottoscritto la petizione chiedono alle istituzioni di prendere posizione – sollecitando il privato che ne è proprietario – e intervenire per salvare Berceto. Intanto la raccolta firme continua.