Cultura

Sabato Santo, stasera il carro non scoppierà

Il tradizionale evento pasquale non potrà svolgersi a causa del Covid. Il sindaco Maida: “Speriamo di poter proporre l’evento il prossimo anno”

Lo scoppio del carro a Rufina

Una manifestazione amata da tutti e che, purtroppo, per il secondo anno di seguito non si svolgerà per colpa dell’emergenza sanitaria Covid. Mario Giustini presidente dell’associazione “Scoppio del Carro” di Rufina ha dato ieri la triste notizia a tutti gli appassionati dell’evento che per tradizione si svolge alla mezzanotte del Sabato Santo ed è da sempre segno di gioia e speranza.

Il sindaco Vito Maida ringrazia l’associazione che oramai da molti anni organizza lo Scoppio del Carro e si augura che dall’anno prossimo si possa riprendere questa bellissima tradizione. “Sono dispiaciuto che anche quest’anno non si possa celebrare la manifestazione che illumina la notte pasquale del nostro paese – afferma il primo cittadino – ringrazio l’associazione per l’impegno che ha sempre messo ogni anno e mi auguro che dal 2022 si possa riprendere questa e tutte le altre manifestazioni, segno importante della vitalità della nostra comunità”.

Le origini di questa manifestazione risalgono al 1937, quando un gruppo di cittadini rufinesi inventarono un rudimentale “marchingegno” chiamato Berta (dal nome dell’attrezzo dei fabbri per schiacciare le barre di metallo incandescenti) che, tramite un particolare procedimento, faceva scoppiare un primitivo petardo, con il conseguente forte rumore udito da tutto il paese. Nel 1946 la Berta fu poi chiamata ufficialmente “lo Scoppio del carro” e il “marchingegno” usato divenne sempre più sofisticato con la comparsa della “colombina” di carta pesta, accesa all’altezza dell’altare della Chiesa di San Martino, che grazie ai razzi arrivava verso il carro e, una volta attivati i fuochi, ripartiva per la chiesa.

Il carro attuale trova spunto da un disegno presente nella Biblioteca Magliabechiana di Firenze che risale alle metà del ‘600, ed è impreziosito da pitture che rappresentano il Cristo Risorto, San Martino patrono di Rufina e vedute del territorio rufinese.