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Dall'Ue pioggia di milioni sull'agricoltura bio toscana

Con l'approvazione della nuova Pac, il settore toscano dell'agricoltura biologica vede un incremento della dotazione finanziaria di 27 milioni di euro

Ventisette milioni di euro in più per l'agricoltura biologica toscana: è il riverbero in chiave regionale dell'approvazione da aprte della Commissione europea della seconda versione del Piano Strategico nazionale (Psp) della Pac (Politica agricola europea) 2023-2027. Il via libera è giunto il 23 Ottobre scorso dopo quasi un anno di trattativa, e ad illustrarne gli effetti per l'agricoltura bio in Toscana è la vicepresidente della Regione con delega all'agricoltura Stefania Saccardi.

Il tema non è a basso impatto per la Toscana, dato che qui il 34% della superficie agricola utilizzata è destinata al metodo biologico”. Ebbene: "La nuova versione del Psp Italia - spiega Saccardi - contiene diverse modifiche anche riferite alla Toscana, che renderanno l'attuazione del nostro Complemento per lo sviluppo rurale molto più rispondente ai fabbisogni regionali". 

"Mi riferisco soprattutto alle modifiche fatte all'intervento per l’Agricoltura biologica - prosegue - che vede un incremento della dotazione finanziaria di ben 27 milioni di euro e che prevede l'introduzione del principio della degressività. Entrambi queste modifiche approvate ci consentiranno di finanziare il maggior numero possibile di beneficiari, in un settore, come quello del biologico, cui la Regione ha da sempre prestato molta attenzione". 

Il periodo di programmazione 2023-2027 è caratterizzato dalla grande novità di un documento programmatorio nazionale (il Psp Italia appunto), che contiene specificità regionali, declinate poi da ogni regione o provincia autonoma nei cosiddetti Complementi per lo sviluppo rurale.

“Questa prima modifica del Psp Italia, già nel primo anno di partenza di questa nuova programmazione 2023-2027 - sostiene Saccardi – è stata molto complessa e al tempo stesso molto attesa da parte di tutte le regioni. E' stata infatti necessaria perché declina in modo più puntuale le specificità regionali in base alle necessità di ciascuna".



Entro l'anno è prevista una modifica del nostro Complemento per lo sviluppo rurale (Csr 2023-2027), per allineare i suoi contenuti a quelli del Piano strategico nazionale.