Cronaca

Di padre in figlio e i segreti violati

Lillo, autore del libro che riporta la telefonata fra Matteo e Tiziano Renzi e carte inedite sul caso Consip, non è indagato per violazione di segreto

La procura di Roma sta indagando per scoprire chi ha diffuso l'intercettazione della telefonata avvenuta il 2 marzo scorso fra il segretario del Pd Matteo Renzi e il padre Tiziano sul caso Consip (vedi qui sotto gli articoli collegati). Ma per il reato di violazione del segreto d'ufficio i pm stanno procedendo contro ignoti e quindi non risulta indagato il giornalista del Fatto quotidiano Marco Lillo che ha riportato la trascrizione della telefonata nel suo nuovo libro Di padre in figlio, da oggi nelle librerie e nelle edicole.

La procura di Roma mantiene il riserbo anche sull'eventuale iscrizione nel registro degli indagati di Marco Lillo per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, di per sè un atto dovuto visto che, nel caso in questione, l'identità dell'autore della pubblicazione è di dominio pubblico.

Il libro di Lillo Di padre in figlio ha un sottotitolo che ne sintetizza il contenuto: le carte inedite sul caso Consip e il familismo renziano. All'interno, una lunga e dettagliata ricostruzione delle inchieste in corso su episodi di corruzione e turbativa d'asta nei super appalti banditi dalla Consip, la centrale acquisti dello Stato, con l'identikit dei protagonisti, dei comprimari e delle comparse, esponenti del mondo politico, imprenditoriale e della giustizia amministrativa, di area renziana e non renziana. Relazioni, scambi, influenze, manovre che ruotano intorno a procedimenti di gara che valgono miliardi di euro. Alla fine della lettura, anche al netto delle eventuali responsabilità dei personaggi tirati in causa, il quadro è disperante.

In chiusura, Lillo sottolinea il ruolo svolto nell'inchiesta Consip dal testimone-chiave, l'amministratore delegato dell'ente Luigi Marroni, le cui dichiarazioni rese davanti ai pm nel dicembre scorso costituiscono l'ossatura dell'intero impianto accusatorio nonchè del coinvolgimento nell'inchiesta di persone vicinissime all'ex premier Matteo Renzi come il padre Tiziano (indagato per traffico di influenze illecite insieme all'amico faccendiere Carlo Russo) e il ministro dello sport Luca Lotti (accusato di rivelazione di segreto d'ufficio).

Marroni, dal giorno in cui ha firmato i verbali degli interrogatori davanti ai pm, non ha più aperto bocca sulla vicenda.