Che aria tira nelle scuole? Un progetto per saperlo

Sono oltre 22mila le classi in 2.600 plessi di 465 istituzioni scolastiche toscane in cui si avvia l'azione di monitoraggio sulla qualità dell'aria

TOSCANA — Che aria tira nelle scuole toscane? Per monitorare la qualità dell'aria nelle oltre 22mila classi di 2.600 plessi di 465 istituzioni scolastiche della Toscana, la giunta regionale ha dato il via libera a un progetto basato sulla misurazione della concentrazione di anidride carbonica, indicatore diretto appunto proprio di qualità dell'aria, e sull'attuazione di buone pratica all'interno delle scuole per migliorare l'areazione dei locali.

La pandemia da Covid-19 ha riproposto con prepotenza il tema della qualità dell'aria nelle classi, dove talvolta sarebbe sufficiente ed efficace aprire periodicamente le finestre per areare il locale. E allora ecco il progetto regionale, un percorso in più anni fatto di incontri e di analisi per comprendere i corretti comportamenti.

In Toscana si contano, dalle scuole dell’infanzia alle secondarie superiori, oltre 22mila classi e 2.600 plessi, raggruppati in 465 istituzioni scolastiche. Il progetto – che coinvolge Regione, aziende Asl ed il gruppo regionale che si occupa di attrezzature e luoghi di lavoro, integrato da membri del settore igiene pubblica e nutrizione - prevede un primo contatto con le dirigenze scolastiche, la raccolta sistematica di dati e una condivisione finale dei risultati.

“La pandemia - spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - ha evidenziato l’importanza di alcune regole di comportamento, personali e collettive, per minimizzare le occasioni di contagio: il distanziamento, la mascherina, il lavaggio delle mani ma anche la corretta aerazione dei locali dove le persone soggiornano".

"La scuola - prosegue - è un luogo particolare, dove la qualità dell’aria non può essere meno importante del comfort termico, dell’illuminazione o dell’acustica, e a volte, per migliorare la situazione, basta davvero semplicemente mettere in campo qualche accortezza in più e far diventare alcuni comportamenti una prassi”.

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