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Attualità giovedì 19 marzo 2020 ore 10:37

"Dopo il Coronavirus rischiamo di non aprire più"

Confesercenti ha lanciato l'allarme alla Città Metropolitana di Firenze invitando i sindaci ad attivarsi per aiuti legati all'emergenza Coronavirus



FIRENZE — L’entrata in vigore del DPCM dell’11 marzo ha previsto il blocco totale delle attività aperte al pubblico ad esclusione di quelle che operano nel settore dei beni di prima necessità, la Fiepet Confesercenti Federazione Esercizi Pubblici e Turistici ha chiesto un aiuto ai comuni dell'area metropolitana.

"In attesa di misure più incisive pensiamo che anche a livello locale si debbano prevedere misure a sostegno delle imprese. Tanto più che, allo stato attuale, non abbiamo notizia di provvedimenti statali che intervengano sul tema dei versamenti inerenti la produzione di rifiuti per le medesime attività, per il periodo di sospensione, oltre che dei versamenti relativi all’occupazione del suolo pubblico da parte degli operatori delle categorie interessate, le cui attività sono state chiuse o sospese" hanno spiegato i vertici nazionali Confesercenti che hanno scritto una lettera al presidente Anci Antonio De Caro per richiedere a tutti i sindaci d’Italia una presa di coscienza su questo tema. 

A livello locale, attraverso il presidente regionale e provinciale della categoria Franco Brogi, è stato ribadito con forza quanto sia necessario un intervento mirato “Il provvedimento pone senza dubbio le nostre imprese di fronte a diverse criticità. - ha detto Franco Brogi - Ci stiamo muovendo su più fronti e a vari livelli istituzionali ma adesso abbiamo bisogno di un supporto anche dal nostro territorio; per questo chiediamo a tutti i Sindaci una proroga del versamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico, almeno fino a quando non sarà terminata l’emergenza. Di fatto, ci troviamo a dovere corrispondere un tributo per qualcosa di cui non abbiamo usufruito. Alcune Amministrazioni sono già intervenute e quindi ci auspichiamo che questa misura possa essere intrapresa da tutti i Comuni della Città Metropolitana di Firenze. Ma chiediamo anche che in assenza di produzione di rifiuti si riducano proporzionalmente i prelievi in materia di TARSU, TARI, TARES, a seconda dei casi, in relazione al periodo di mancata utilizzazione dei suddetti spazi ed aree pubblici. C’è da considerare anche un ulteriore fattore: le nostre attività sono condotte prevalentemente a livello familiare e per questo ne rappresentano spesso l’unica entrata economica anche per la gestione domestica. – prosegue Brogi - In questa situazione la criticità più importante è la mancanza di liquidità in cassa, siamo pronti a ripartire, ma per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le istituzioni. In merito al decreto Cura Italia approvato - ha concluso Brogi - avremmo preferito misure più incisive: gli interventi generalizzati rischiano di essere inefficaci. Troppi mini-rinvii, bisogna dare più tempo alle imprese. Senza sostegni adeguati molte imprese rischiano di non riaprire più dopo lo stop”.


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