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Attualità giovedì 18 marzo 2021 ore 15:08

Vittime del Covid, la celebrazione in Valdisieve

il sindaco di Londa Tommaso Cuoretti

I sindaci dei Comuni della zona hanno partecipato all’iniziativa nazionale osservando un minuto di silenzio davanti ai municipi. Le foto



VALDISIEVE — “Oggi 18 marzo un minuto di silenzio nella prima giornata nazionale in ricordo di tutte le vittime di Covid” scrive il sindaco di Pelago sotto la foto postata sulla pagina facebook del Comune. Anche Nicola Povoleri insieme agli assessori ha osservato sessanta secondi di silenzioso raccoglimento alle 11 in punto di oggi così come gli altri amministratori della Valdisieve per ricordare i 103.000 italiani deceduti per Coronavirus in questo terribile anno di pandemia.

“Le immagini di un anno fa, con i mezzi militari e le bare, in una Bergamo straziata dal dolore, le abbiamo ancora davanti agli occhi” commenta la prima cittadina di Pontassieve Monica Marini. “Da lì le nostre vite sono cambiate, lì ci siamo resi conto, tutti, di quanto grave fosse la situazione e di quanto l’uscirne dipendesse e dipenda tutt’oggi, dalla capacità di tutti noi di essere solidali gli uni con gli altri”.

Un gesto simbolico fatto assieme a tutti i sindaci d’Italia per commemorare le vittime della pandemia” aggiunge il sindaco di Londa Tommaso Cuoretti postando la foto che lo ritrae davanti al palazzo comunale.

“Un anno fa, il 18 marzo, i mezzi militari sfilavano per le strade di Bergamo con a bordo le salme delle vittime del Covid. Oggi, a distanza di un anno, non siamo ancora usciti dall'incubo” scrive il sindaco di San Godenzo Emanuele Piani. “Questa giornata serva a non dimenticare le sofferenze e il dolore che la pandemia ha comportato ma anche i sentimenti di solidarietà e coesione che devono sempre accompagnarci in circostanze così drammatiche”.

Anche il primo cittadino di Rufina ha postato su facebook una foto e un commento sull’evento di oggi: “Testimoniare il nostro essere uniti – dice Vito Maida - il nostro stare insieme come sindaci, senza distinzione di appartenenze geografiche o politiche, è un segnale importante di fiducia e di speranza da trasmettere alle nostre comunità ancora fortemente colpite”.


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