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martedì 03 dicembre 2024

LEGAMI D'AMORE — il Blog di Malena ...

Malena ...

Sono nata in un paese straniero e provengo da una famiglia italiana. Fin da giovane le persone si sono sempre confidate con me: donne, giovani, figlie, nipoti, sorelle, comari, amici. Restavano ore a raccontarmi le loro storie e i sentimenti provati durante i loro vissuti. L'argomento più chiacchierato è l'amore in tutte le sue sfaccettature e ho deciso pertanto di parlarne affinché si possa trarre spunto per riflettere sulla differenza di genere.

Virginia Wolf

di Malena ... - martedì 21 marzo 2017 ore 08:35

Quando parliamo di femminismo, generalmente intendiamo la posizione di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi. Tale movimento nato durante l’ottocento ha difatti percorso tanta strada e ottenuto ottimi risultati. Virginia, donna di appena quarant’anni, bella, alta e slanciata, indipendente sia economicamente sia caratterialmente è il prototipo della femminista. 

Ha un marito impegnato in un ruolo dirigenziale in campo medico e due figli rispettivamente di undici anni, il maschio e di sette la femmina. Il marito Matteo, è ben contento di avere come moglie una donna come Virginia poiché dimostra una sensibilità adeguata nei suoi confronti pur rimanendo fermo nelle sue reazioni stereotipate. Pertanto lei è femminista e lui è maschilista poiché difatti, egli mantiene un atteggiamento psicologico fondato sulla sua presunta superiorità. Ma veniamo al dunque. 

Descriverò la giornata tipo di entrambi per illustrare meglio la disparità reale sulla presunta parità dei ruoli teorica e mai praticata. Virginia si alza alle sei e trenta del mattino. Sveglia i suoi bambini, prepara la colazione per tutti e nel frattempo lava le stoviglie, i piatti della sera prima, da’ una rassettata al letto, si trucca e si veste tra un viaggio in cucina per spegnere il latte e uno di ritorno per vestire il suo marmocchio che fa i capricci, mentre Matteo con calma si “sistema” con tanto di giacca e cravatta e si avvia con la sua macchinona che l'aspetta un bel parcheggio riservato. Prima di uscire da casa Virginia governa la gatta, pulisce la lettiera, rifornisce di acqua e di cibo le ciotole e chiude i sacchi di spazzatura da portar fuori e già che Matteo scende gli chiede di portarli nei cassonetti. Ma lui risponde: “Lo faccio stasera, ora sono vestito bene e ho paura di sporcarmi.” il che vuol dire che in pratica non lo farà nemmeno con il buio poiché a quel punto sarà in pigiama davanti al televisore. Anche i bimbi a scuola li porta lei perchè tanto è di strada. Alla fine esausta arrivata nel suo ufficio, si accascia sulla sedia pronta per iniziare la sua giornata lavorativa, si fa per dire. 

Tran tran quotidiano di cose da fare, di gente da vedere, di pratiche da sistemare e quant’altro ma tutto condito con tanto di soddisfazione poiché Virginia ama il suo lavoro e non potrebbe fare la casalinga per vocazione. Esce dal lavoro in tempo per prendere i suoi figli da scuola. Una volta a casa, prepara la merenda ai marmocchi e riparte nuovamente ma sta volta con funzione di taxista per sopperire agli impegni dei pargoli. Allenamento di calcio per il maschietto dalle quattro e mezzo alle sei e mezza e danza moderna dalle cinque alle sette dall’altra parte della città per la femminuccia. Ovviamente nelle due ore si va a fare la spesa, oppure si fa una capatina dall’estetista per il doloroso processo depilatorio per non fare concorrenza alle scimmie sue antenate. 

A casa quasi all’ora di cena con le borse della spesa la nostra Virginia esprime al massimo le sue capacità organizzative e alle otto e trenta sono tutti a tavola con portate tutte rigorosamente diverse perché la femmina non ama il formaggio, il maschio è allergico alle uova e il marito segue una sana alimentazione e quindi solo proteine corredate con contorno di verdure. Virginia che deve ad ogni modo mantenere la linea si adegua spiluccando gli avanzi del giorno prima che ovviamente nessuno vuole più. 

Prima di cena ha già messo su una lavatrice per lavare i panni sporchi delle borse sportive dei suoi due bambini e mentre fa un giro di perlustrazione per sistemare qualcos’altro mette in tavola i libri per far fare la lezione ai ragazzi. Quando chiede a Matteo di darle una mano con i compiti, è tempo perso poiché ogni sera c’è qualcosa d’importante da seguire in tv e guarda caso, stasera gioca l’Inter contro il Milan e si sa tutti che sarebbe peccato mortale perdere un passaggio di una partita così importante. 

Mettere a letto i ragazzi è un gioco di prestigio ma per Virginia è il male minore poiché intravede la fine dalla sua giornata da superfemminista ed è il momento di stare un po’ sul divano, con il suo adorato marito e dare sfogo al suo bisogno di essere ascoltata ma solo nel quarto d’ora d’intervallo previsto tra il primo e il secondo tempo della partita di pallone. 

E’ ora di andare finalmente a letto ma anche dei preparativi notturni che richiedono un certo impegno e tanta energia. Latte detergente, tonico, crema per la notte antirughe, anti invecchiamento, anti stress, insomma anti tutto anche anti marito ovviamente poiché dagli atteggiamenti assunti da Matteo, prima di coricarsi lei aveva intuito un certo non so che molto simile a quello asserito dal Ferrero Rocher. Virginia finalmente rivendica il suo ruolo di femminista e pertanto non gliela dà. 

Contrariato (tutto a un prezzo nella vita: se non fai nulla, non puoi pretendere nulla!) ma non più di tanto, Matteo si gira dall’altra parte e dopo qualche secondo il rumore del suo russare si espande fonicamente su tutto il territorio condominiale. Sicuramente il poveretto avrà modo di sfogare i suoi istinti in altro modo ma di questo non v’è certezza. 

Il giorno dopo tutto è pronto per ricominciare d’accapo seguendo circa lo steso ritmo. 

Riflettendo sulla storia mi viene da pensare alle casalinghe e cioè a quelle donne (oggi le definirei ganze) che giornalmente di dedicano alle faccende domestiche in casa propria con un valore oggi purtroppo poco riconosciuto in termine di cura, educazione e assistenza familiare al marito ai figli (cosa che fa già anche chi lavora fuori di casa). Il tutto è fatto con la dovuta calma, con tempi congrui e senza scapicollarsi tenendo conto anche delle esigenze dell’essere donna e avendo tutto il tempo per la cura di se stesse e della propria femminilità. A che pro andiamo a lavorare in un ambiente per lo più ostile dove a rivaleggiare con te, sono per lo più le donne che tra loro si fanno la guerra per avere un potere effimero e a farci sempre il sangue amaro per portare a casa la pagnotta che potrebbero portare i nostri amati maschi visto che nella maggior parte dei casi non fanno altro? 

Quindi basta con lo stereotipo della donna di casa che vale meno rispetto a quella che si da tanto da fare… Mi sa che la casalinga è molto più furba… altro che!

Malena ...

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