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Cronaca venerdì 14 dicembre 2018 ore 18:20

Consip, chiesto il processo per Lotti e Vannoni

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex ministro dello sport, il presidente di Publiacqua, l'imprenditore Russo e i carabinieri coinvolti



ROMA — Vicenda Consip: dopo lunghe riflessioni, i pm della procura capitolina che qualche settimana fa hanno chiesto l'archiviazione per Tiziano Renzi, oggi hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli altri protagonisti della vicenda delle soffiate sugli appalti della centrale acquisti dello stato (vedi qui sotto gli articoli collegati).

Chiesto quindi il processo per l'ex ministro dello sport Luca Lotti,  l'ex comandante della Legione Toscana dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia e per il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni, tutti e tre accusati di favoreggiamento; per Carlo Russo, l'imprenditore amico di Tiziano Renzi, accusato di millantato credito, per l'ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, accusato di rivelazione di segreto d'ufficio, per l'ex colonnello dei carabinieri Alessandro Sessa, accusato di depistaggio, per il maggiore del Noe dei carabinieri Giampaolo Scafarto, accusato di falso, rivelazione di segreto d'ufficio e depistaggio.

L'impianto accusatorio ruota intorno alle testimonianza dell'ex amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, il primo a rivelare ai pm di essere stato informato proprio da Lotti, Vannoni e Saltalamacchia dell'esistenza di un'inchiesta sugli appalti quando le indagini erano ancora segrete.

Sempre Marroni informò i pm di aver subìto pressioni da parte di Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, affinchè incontrasse il suo amico imprenditore Carlo Russo. Incontri finalizzati a influenzare l'esito di alcune gare a cui Marroni non dette alcun seguito. L'ex comandante della Legione Toscana dei carabinieri Saltalamacchia è invece accusato non solo della soffiata a Marroni ma anche di aver avvisato Tiziano Renzi di fare attenzione ad alcune frequentazioni, nella fattispecie a quella con Carlo Russo.

Sempre Russo si sarebbe prodigato anche per organizzare un incontro fra Renzi senior e l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, l'unico, ad oggi, insieme ad un funzionario della Consip, ad essere finito sotto processo per un episodio di corruzione in un appalto (vedi qui sotto gli articoli collegati). L'incontro fra i due, secondo i pm, sarebbe effettivamente avvenuto ma in tempi molto precedenti e quindi non in relazione con la vicenda Consip.

Tiziano Renzi ha sempre respinto ogni addebito, dichiarando che Russo avrebbe utilizzato impropriamente e a sua insaputa il suo nome e la sua amicizia per instaurare relazioni e ottenere incontri di alto livello come quelli con Marroni.

A conclusione delle indagini, i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio di Carlo Russo per millantato credito e l'archiviazione per Renzi padre, sottolineando però che, durante l'interrogatorio, Tiziano Renzi ha reso "affermazioni non credibili" e fornito una "inverosimile ricostruzione dei fatti", tuttavia gli inquirenti non hanno trovato prove sufficienti a dimostrare che lui fosse a conoscenza e abbia avuto un ruolo attivo nelle attività svolte dall'amico Russo. Di qui la richiesta di archiviazione.

Adesso la  parola passa al giudice per le udienze preliminari che può accogliere le richieste dei pm, respingerle o disporre un supplemento di indagine.


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