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martedì 03 dicembre 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Buon compleanno al sindaco Vivarelli Colonna

di Franco Bonciani - giovedì 24 novembre 2016 ore 11:53

Franco Bonciani e Antonfrancesco Vivarelli Colonna

Antonfrancesco Vivarelli Colonna, attuale sindaco di Grosseto che oggi compie gli anni, rappresenta una risposta sensata al perché mi è piaciuto e mi piace così tanto fare l’allenatore di nuoto.

Domeniche in piscine affollatissime, orari interminabili, allenamenti passati a tentar di vedere e capire come nuotano i tuoi allievi, cosa pensano di fare nuotando in quel modo, come trovare la via giusta per farli migliorare, renderli consapevoli di cosa stanno facendo.

Giorni e giorni, anni, tanto ci vuole per crescere dei nuotatori, che poi diventeranno donne e uomini nei quali, se sei stato almeno onesto, riuscirai a trasmettere qualcosa di buono. Valori morali, impegno, la lezione che il lavoro paga e che se affronti le fatiche con impegno e convinzione alla fine otterrai i risultati che vuoi. Difficile stabilire in assoluto quali siano i grandi risultati, dipende dal talento, dalle possibilità, dai sogni, ma soprattutto dalla soddisfazione nel raggiungere un obiettivo, qualunque esso sia.

Ho avuto la fortuna di allenare gente che ha partecipato alle Olimpiadi, che ha vinto campionati italiani, europei e mondiali, ed altrettanta fortuna nell’allenare chi ha vinto trofei meno prestigiosi, o riuscire a far muovere in autonomia un disabile grave il cui principale obiettivo era riuscire a raggiungere l’altro lato della vasca senza aiuti di sorta.

Un denominatore comune di queste grandi soddisfazioni, dal campione del mondo al disabile, una cosa che non ha veramente prezzo, e che ancora al pensiero mi provoca più di un brivido, è lo sguardo scambiato con i miei allievi, con i miei atleti. In quello sguardo c’è tutto, la stima, la riconoscenza, la consapevolezza di aver raggiunto un sogno insieme, un obiettivo centrato grazie all’impegno di tutti e due.

Quello sguardo è il vero premio, e li porto tutti dentro di me, davvero, come una foto indelebile che ha il volto di Valeria, o di Genny, o di Lapo, Leonardo, Raffaello e tantissimi altri. Fra questi, anche quello di Antonfrancesco.

Era un ragazzino tenace e appassionato, dal nome e cognome importante, eppure non mi è mai sembrato uno privilegiato, né lui, né Lapo, il fratello, anche lui adesso manager di successo.

Antonfrancesco era uno che in allenamento lo sentivi sempre, eccome, non si risparmiava mai, lo avresti definito “un generoso”. Non era fra quelli che fanno sfracelli da giovanissimi, ma non si tirava mai indietro, e soprattutto quando gareggiava potevi star certo che se poteva dare 100, aveva dato 100. Benvoluto da compagne e compagni di squadra, anche gente più grande e più forte di lui.

Un giorno ci dice che deve smettere di nuotare, problemi di dinamiche familiari, gli occhi sono quelli di uno che dentro ha un dolore grande, me li ricordo ancora. Quegli occhi che avevo visto con altra luce al termine di una gara andata bene, di belle soddisfazioni reciproche. Quegli occhi mi dicevano che adesso doveva fare una cosa che non avrebbe voluto, smettere di nuotare, ed erano occhi di chi sapeva di darmi un dispiacere. Più o meno, andò così.

Dopo diversi anni me lo ritrovo su facebook. Il ragazzino è diventato uomo, ti scrivi, ci parli, capisci anche che l’uomo ne ha vissute parecchie, sconti e vita facile non l’ha avuta, ma non è cambiato l’atteggiamento: intelligente, determinato, ricco di passione. Una sua bella famiglia, un’azienda che ha contribuito a rimettere in piedi, incarichi e competenze importanti. Il sentire comune è rimasto intatto, che ci si vuol bene ce lo siamo scritti non so quante volte

Mette impegno, passione, onestà e competenza nelle cose che fa, e diventa sindaco di Grosseto per il centro destra, che non è esattamente il mio schieramento ideale. Ma rappresenta, per me, una delle prove che nella vita aldilà delle etichette conta la persona. E quando seguo le cose che fa, e come le fa, sento dentro di me un orgoglio non banale: rivedo quello sguardo di un tempo, e mi piace pensare che per lui, come per tanti altri ragazzi e ragazze che ho incrociato in piscina, certe esperienze vissute insieme hanno lasciato un segno bello e incancellabile nelle nostre vite.

Franco Bonciani

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