Tremenda sciagura, ho perso l'abbonamento Pegaso
di Franco Bonciani - martedì 09 gennaio 2018 ore 16:06
PROLOGO
Berlino, camera d’albergo.
“Babbo, m’è rimasta in tasca la tessera del Pegaso (abbonamento annuale per trasporti integrati bus-treno-linea urbana di Firenze, costo 657 euro)”.
“Porca miseria, dalla a me che tu la perdi, la metto in un posto sicuro”.
Ed in effetti…
In effetti non mi ricordo dove l’ho infilata, magari è rimasta nella cassaforte in camera, comunque alla fine non s'è ritrovata. Dovremo fare il duplicato, anche se a mia parziale discolpa faccio presente che avevo una bella fotocopia digitale della tessera, sono conscio dei miei limiti…
TAPPA 1 - LA TELEFONATA ESPLORATIVA
Durante il viaggio di ritorno, è venerdì di primo pomeriggio, cerco informazioni, trovo il numero di telefono del centralino di una delle direzioni dei trasporti su gomma, alla fine mi passano una signora cortese ma che non sa dirmi nulla di come fare. Non si sa come richiedere un duplicato, bisogna chiamare l’Ataf Point ma è meglio telefonare lunedì mattina. Poi, con tono quasi confidenziale, la signora mi fa:
“La capisco, anche io con le mie figlie ho lo stesso problema, lo perdono spesso”
“Ah sì? E lei allora come fa?”
“Beh, sa, lavorando qui…”
“Ah, certo, grazie".
TAPPA 2 - LA RICERCA SUL WEB
Lunedì mattina, dopo aver chiesto inutilmente info nel punto vendita di Rignano dove avevo acquistato l’abbonamento (“no, non siamo abilitati al rilascio di duplicati, deve andare a Firenze…”), faccio varie ricerche su Google digitando “smarrimento abbonamento Pegaso” oppure “duplicato abbonamento Pegaso” e altre chiavi di ricerca mi vengono fuori le pagine di Ataf, dove si parla dell’abbonamento in questione (Ataf fa parte del servizio di trasporto integrato) e si segnala l’Ataf Point come luogo dove si possono richiedere i duplicati, aperto con due sportelli alla biglietteria della stazione FS di Santa Maria Novella dalle 6.45 alle 20. Quindi l’amabile signora della telefonata di venerdì, quella del “beh, sa, lavorando qui…”, mi aveva dato una dritta giusta.
TAPPA 3 - IL NUMERO VERDE
Comunque, prima di muovermi, provo a chiamare il numero verde per saperne di più, il famigerato NUMEROVERDE, uno dei tanti scudi dietro ai quali si nasconde la burocrazia. Non c’è un nome, un addetto di riferimento. Solo un numero che chiami e senti il solito messaggio registrato da una dolce fanciulla: “Siete in linea con Ataf: informiamo che tutti i nostri operatori rispondono dal territorio italiano”. Poi musichetta di attesa e, allo scoccare dei tre minuti, un’altra voce femminile che mi avvisa che "a causa del troppo traffico" si dovrà riprovare più tardi.
Riprovo una, due, almeno altre dieci volte. Niente. Cerco il centralino Ataf, numero fisso, stessa storia. Risponderanno anche dal territorio italiano…
Inizio ad incazzarmi.
TAPPA 4 - LA RICHIESTA ON LINE
Nel frattempo ho compilato una richiesta online per informazioni, hai visto mai che dove non arriva il numero verde possa giungere una risposta veloce via mail.
Giro fra i siti delle compagnie di trasporto che aderiscono al servizio Pegaso, trovo dei bei discorsi, le “carte dei servizi”, quei nobili fogli sui quali c’è scritto di tutto sui diritti dell’utente, i doveri dell’azienda ma mai che ci fosse modo di trovare un riferimento con cui confrontarsi, un nome, anche uno finto. Non mancano perle ortografiche imbarazzanti ma non si trova nemmeno un modulo da compilare per richiedere il duplicato o informazioni precise sul da farsi, nulla di nulla. Possibilità di farlo tramite mail, magari una PEC? AH AH AH AH AH!!!!
TAPPA 5 - ATAF POINT
Insomma, torniamo a noi: altre telefonate, nessuna risposta, decido di fare denuncia di smarrimento dai carabinieri anche se sul sito Ataf c’è scritto che è ammessa l’autocertificazione (non si sa mai…) e parto per Firenze, destinazione Ataf Point, ovvero sportelli 8 e 9 della biglietteria di Santa Maria Novella, vi lascio immaginare con quale entusiasmo.
Arrivo, c’è coda. Due impiegati allo sportello, dopo circa mezz’ora arriva il mio turno. Spiego all’impiegato qual è la situazione, gli mostro la denuncia, la copia dell’abbonamento, mi guarda come se fossi un marziano.
Chiama una signora che compare dall’ufficio posto dietro, dove ogni tanto passa uno che smanetta sullo smartphone o due che si devono raccontare cose divertenti visto come se la ridono. Ed insomma la signora (oh, nessuno con uno straccio di cartellino indicante le loro generalità, eppure lavorano al pubblico) mi dice che l’abbonamento non l’hanno fatto loro (anche se fanno parte del servizio integrato compreso nell’abbonamento di mio figlio), che devo andare da chi me l’ha venduto (già fatto, non sono abilitati!) e comunque da quelli di BusItalia (anche se sopra lo sportello dell'Ataf Point c'è l’insegna di BusItalia accanto a quella di Ataf).
Non hanno il programma, non è compito loro, sa anche la signora (il tono è comprensivo e quasi complice) che nella sua azienda ci sono parecchie cose che non funzionano.
Un terremoto, una tremenda inondazione, la cavallette, NON è colpa loro!
Io, incazzato come una belva, le faccio presente che mi ero sciroppato chilometri di strada e ore di ricerche perché non c’era stato verso di avere informazioni adeguate prima di muovermi, anche perché il loro maledetto numero verde (gratis, ah beh!) era dalla mattina che mi prendeva per le mele. E quando le chiedo con chi avessi parlato, lei, ovviamente, messo da parte il tono comprensivo di poco prima, si limita a rispondere: “Con l’ufficio abbonamenti aperto al pubblico”.
TAPPA 6 - LA BIGLIETTERIA DI BUSITALIA
A quel punto sono andato alla biglietteria della stazione dei bus, quella vicina al Deanna, altro lato di piazza Stazione. Parrocchia BusItalia.
Al bigliettaio (sportello informazioni aperto solo dalle 9 alle 15, erano le 19) faccio presente la situazione. La prima risposta è quella formalmente e burocraticamente ineccepibile: devo ritornare nell'orario dello sportello informazioni, compilare il modulo eccetera eccetera.
Sarà perchè probabilmente non ho un aspetto rassicurante e amichevole ma alla richiesta “E' possibile avere ora il modulo, almeno?”, l’impiegato amabilmente mi fa compilare un modulo, si fa la fotocopia della denuncia di smarrimento, prende tutto e mi assicura che l’indomani (all’apertura dell’ufficio competente, oh yes!) mi avrebbero chiamato per dirmi quando passare a ritirare il duplicato. Altro giro, altra corsa. Pago anche i 4 euro previsti per ottenere il duplicato e me ne vado.
FINALE
La mattina successiva, alle ore 10.56, mi arriva per mail la risposta di Ataf alla richiesta dettagliata di info che avevo inviato il giorno prima.
“In
casa di furto o smarrimento di abbonamento annuale l'Azienda rilascia un
duplicato.
La richiesta di duplicato va presentata all'Ataf Point con la denuncia di furto
o smarrimento (autocertificazione prevista) o il titolo deteriorato ed ogni
altra eventuale documentazione utile (es. fotocopia dell'abbonamento)
dell'abbonamento,oltre ad uina [sic!] fototessera.
Il duplicato sarà rilasciato immediatamente, dietro pagamento di € 4,00 previa verifica della effettiva emissione dei titolo originario.
Nel caso in cui si riscontri una incongruenza tra quanto dichiarato dal richiedente e quanto risulta dal database abbonati, l'azienda si impegna a fornire al richiedente una risposta alla richiesta entro 5 giorni lavorativi dalla richiesta di duplicato. Nel caso in cui da tale verifica risulti effettivamente la legittimita [sic!]della richiesta viene rilasciato al Cliente il duplicato dietro pagamento di €4.00 la cui validità sarà aumentata di 5 giorni lavorativi rispetto a quella del titolo originario.
Non sono rilasciati duplicati di biglietti,
abbonamenti mensili e tessere personali.
Cordiali saluti, Ataf Informa”
Pari pari quello che avevo tentato di fare il pomeriggio precedente, rimbalzando sulla solerzia degli addetti allo sportello dell'Ataf Point e degli uffici retrostanti.
Negligenza degli impiegati, azienda dove la mano destra non sa cosa fa la sinistra o le due cose sapientemente miscelate?
Certo che la prospettiva di un servizio regionale di trasporti su gomma integrato fra i vari operatori locali, al netto degli esiti della gara della Regione per il gestore unico (attualmente oggetto di seimila ricorsi e controricorsi), con questi presupposti è roba da brividi.
Comunque sia, dalla mail dell'Ataf sono passate diverse ore, siamo a metà pomeriggio e dall'ufficio competente di Busitalia ancora non mi ha chiamato nessuno per dirmi quando potrò passare a ritirare il duplicato.
E la chiamano semplificazione.
Franco Bonciani