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martedì 03 dicembre 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Una passeggiata da Fico

di Franco Bonciani - martedì 24 aprile 2018 ore 10:28

Foto di: www.fanpage.it

Il nuovo Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, viaggia in autobus (con fotografo di scorta) e gira a piedi. Evita le auto blu, pare, nel tripudio dei suoi elettori che apprezzano questo suo modo di spostarsi da persona qualsiasi: insomma, basta coi privilegi della kasta!

Una cosa bella, da applausi.

Peccato che alla fine queste sue camminate, lo spostarsi sui mezzi pubblici, costino alla comunità più che se andasse in giro con la Rolls Royce della Regina Elisabetta.

Per banalissimi motivi di sicurezza, un personaggio pubblico, specie se un’alta carica istituzionale, deve essere ben protetto, da un’ammiratrice e fan troppo focoso, o peggio. Garantire l’incolumità di uno che si aggira a piedi o su mezzo pubblico a Roma impegna persone, con rischi maggiori e complicazioni tali che alla fine fanno pensare che la famigerata auto blu, probabilmente, non sia la peggiore delle soluzioni.

Se guardo le foto pubblicate in questi giorni in cui si vede Fico che cammina attorniato da fotografi, giornalisti e curiosi, conto almeno una ventina di persone che lo circondano fra poliziotti e addetti alla sicurezza di vario tipo.

Se penso a turni doppi, mattina e pomeriggio, sabati, domeniche e feste comprese, di gente pronta a proteggere il Presidente della Camera che cammina fra la gente, e faccio due conti (prendiamo uno stipendio lordo di circa 4.000 euro il mese moltiplicato per una quarantina di persone?) viene fuori una spesa di circa 160.000 euro al mese per portare Fico a passeggiare.

Conviene? E’ tutto bellobellobello oppure ci sta che qualcuno ci marci sopra?

Certe considerazioni le aveva già fatte un altro prima di me:

“Volevo contare insieme a voi il numero di agenti di scorta che Mario Monti si porta appresso, probabilmente occupando tutta una carrozza del Freccia Rossa Roma-Milano. Non so se sia giusto o sbagliato: forse è necessario. Ma certamente non è economico. Una carrozza Business ha una cinquantina di posti a 116 euro l’uno. Circa 6000 euro. Se c’è la prima carrozza denominata Executive, i costi sono forse anche superiori. A questo vanno aggiunti i costi della scorta. Un viaggio può arrivare a costare facilmente cifre a quattro zeri. Dieci, venti, trentamila euro? Chi può dirlo! Tenetelo a mente, quando vi raccontano che sono parsimoniosi e “viaggiano in treno”. Anche perché Monti stava andando a Bergamo, ad aprire la sua campagna elettorale. Un’attività non certamente istituzionale. Pagheremo noi anche quella?”

Non ci crederete, ma sono parole scritte da Beppe Grillo sul suo blog, il 20 gennaio 2013.

Lo stesso Mattarella nel febbraio 2015 venne in treno a Firenze (poi prese la tramvia) per partecipare all’apertura dell’Anno Accademico della Scuola Superiore della Magistratura a Scandicci. Anche lì, fra vagone riservato, scorta, rotture di scatole per i passanti e tutto il resto faceva prima e spendeva meno se arrivava con un F35.

Sulla sicurezza c’è poco da scherzare, di morti in attentati ne abbiamo avuti già troppi. Ho appena finito di leggere un bel libro di Marco Damilano (Un atomo di verità – Aldo Moro e la fine della politica in Italia, Feltrinelli 2018) che parla di Moro, di cosa ha rappresentato per l’Italia e di quello che è successo prima, durante e dopo il 16 marzo 1978, il giorno del suo rapimento, la strage di Via Fani. Come vedeva la politica, come era già allora, come sarebbe diventata successivamente fino ai giorni nostri.

Quel 16 marzo che ricordiamo in diversi fu l’inizio della fine di una possibilità. E accadde anche perché la sicurezza non era ancora adeguata a quello che sarebbe potuto succedere e purtroppo successe. Un’auto non blindata, un percorso sempre uguale giorno dopo giorno, solo 5 persone di scorta, tutte trucidate.

La sicurezza è importante, nelle nostre città, per noi e per chi ci rappresenta, anche se a volte non è quello che voteremmo. Poterla garantire nella maniera migliore è un dovere, farlo nel rispetto delle persone e dei soldi pubblici è sacrosanto, magari avanza qualche euro per mandare una pattuglia in più a combattere spaccio e furti.

Il resto è propaganda spicciola. A spese nostre.

Franco Bonciani

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